Frank Lloyd Wright Collection, by Lego

Come tutti i piccoli geek degni di questo nome, anche il piccolo Simo ha avuto una fase Lego. Non è durata moltissimo, ma navicelle spaziali e galeoni di mattoncini sono stati il mio passatempo per un paio d’anni. C’è da dire che all’epoca (dico “epoca” perché in questi giorni mi sento irrimediabilmente vecchio) i soggetti Lego non erano particolarmente stimolanti. Per la maggior parte erano galeoni, castelli e fantasie simili.

I tempi sono cambiati e, per i cuccioli amanti del design, il produttore danese si è dato al modernismo. I primi due esperimenti sono due architetture di Frank Lloyd Wright: la casa sulla cascata e il Guggenheim di New York. Un esempio di miniaturizzazione di opere ancor oggi irresistibilmente moderne. Insomma io nella casa sulla cascata ho sempre voluto viverci, nonostante le cascate facciano parte di una delle mie centomila fobie. Tra l’altro, Wright era un appassionato di giochi a mattoncini, quindi comprate ai vostri figli e magari un giorno vivrete di rendita… ecco il sito ufficiale.

Fossero tutti così sarei disoccupato

Uno scatolotto plasticoso, delle dimensioni di un pacchetto di sigarette, con solo due rotelline. Una per il volume, ed una per scegliere tra nove diversi loop musicali rilassanti, che facilitano la meditazione. La Buddha Machine è considerata l’anti-iPod per eccellenza, perché non ha infinite funzioni: quando la accendi sei già rassicurato dalla consapevolezza di utilizzarla in tutte le sue potenzialità.

Ha tutte le caratteristiche necessarie per essere definita gadget: è disponibile in diversi colori e soprattutto è obiettivamente inutile. Venduta già in più di 50.000 di copie è considerata oggetto cool da più di due anni. Come ho fatto a venirne a conoscenza solo oggi e, per giunta, scovandone il simulatore ufficiale per iPhone? Deve essere mia, subito.
P.S. Per dovere di cronaca, Brian Eno ne ha comprate otto, accendendole contemporaneamente per creare atmosfere personalizzate…

Cherry Blossom

Dopo tutto quel bianco sentivo il bisogno di un mouse colorato. Così dopo mesi ho preso coraggio, sono entrato al Mondadori Media Store e l’ho fatto. Azzurro, e vi assicuro che era il più maschile secondo me. Pat Says Now. Non oso dirvi quanto ho speso perché mi vergogno, ora sto provando a spiegare al mio polso che ovviamente un mattone colorato con una rotella sopra è ergonomicissimo. Stenta a crederci, ma è rincuorato dal fatto che è made in switzerland. In fondo dopo tutti quegli orologi gli svizzeri avranno capito qualcosa di polsi no?
Nel frattempo mi sono anche comprato il quarto audiolibro della mia vita, Caos Calmo e un’utilissima paletta ammazzainsetti che fa “ouch!” quando colpisci qualcosa. Spegnetemi!